Le api sono il cuore pulsante dell’apicoltura: creature operose, intelligenti e profondamente organizzate.
In questo articolo scoprirai 8 curiosità sorprendenti che ti faranno vedere l’estate con occhi diversi… anzi, con occhi da ape!
1. Le api hanno un “condizionatore naturale” nell’alveare
Quando la temperatura all’interno dell’alveare supera i 35°C, le api ventilatrici iniziano a sbattere le ali all’unisono per creare correnti d’aria. Mantengono costante il microclima (tra 34,5–35,5 °C) per lo sviluppo della covata.
Alcune raccolgono persino acqua e la depositano nei punti strategici dell’alveare: l’evaporazione abbassa la temperatura. Un esempio di climatizzazione naturale!
2. In estate l’alveare è una metropoli affollata
Durante i mesi caldi, un alveare può ospitare fino a 60.000 api. È il periodo di massima attività: si produce miele, si alleva covata e si raccoglie nettare. È il momento in cui ogni ape ha un ruolo ben preciso per garantire la sopravvivenza della colonia. Una regina può deporre fino a 2.000 uova al giorno in questo periodo.
3. Le api vedono i fiori in “ultravioletto”
Ciò che ai nostri occhi è un fiore estivo qualsiasi, per un’ape è una mappa luminosa: grazie alla vista ultravioletta, distinguono disegni e segnali che guidano direttamente al nettare. Una vera guida fluorescente della natura. Le api possiedono tre fotorecettori (UV, blu, verde) e non vedono il rosso. I fiori hanno evoluto pigmenti UV-reflecting che guidano le api verso nettare e polline.
4. D’estate nasce la “generazione effimera”
Le api operaie estive vivono solo 30-45 giorni, a differenza di quelle nate in autunno che possono sopravvivere per mesi. Il motivo? Lavorano così tanto che si consumano rapidamente: sono programmate per produrre e bottinare senza tregua. Le api estive vivono 4–6 settimane perché usurate dal lavoro intenso. Quelle nate in autunno (api “di lunga vita”) sopravvivono per 4–6 mesi grazie a una fisiologia diversa (più riserve di grasso, inattività lavorativa).
5. Le api ballano per comunicare i fiori più ricchi
La famosa “danza dell’addome” serve a comunicare alle compagne dove trovare le migliori fonti di nettare. In estate, con l’abbondanza di fiori, questa danza è continua: le api diventano vere e proprie informatrici di viaggio. Dimostrato sperimentalmente da Karl von Frisch, premio Nobe in Fisiologia e Medicina nel 1973 . Le api indicano direzione e distanza delle fonti di cibo tramite movimenti precisi, soprattutto in estate con molteplici risorse.
6. I maschi (fuchi) vengono cacciati alla fine dell’estate
I fuchi non hanno pungiglione, non raccolgono nettare e non partecipano alla difesa dell’alveare. Servono solo per l’accoppiamento con la regina. Finita la stagione riproduttiva, vengono scacciati dalla colonia: una regola dura ma efficiente.
7. Le api amano le piscine… ma per dissetarsi!
In estate, capita di vederle bere ai bordi delle piscine, fontane o sottovasi. L’acqua è fondamentale per termoregolare l’alveare e per diluire il miele quando serve nutrire le larve. Meglio lasciare una ciotola d’acqua con sassolini o tappi galleggianti.
8. Senza le api, l’estate sarebbe molto meno colorata (e gustosa)
Pesche, albicocche, fragole, zucchine, angurie, meloni… Tantissimi frutti e ortaggi estivi dipendono dall’impollinazione delle api. Senza di loro, non solo avremmo meno biodiversità, ma la nostra tavola sarebbe tristemente vuota.
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