L’importanza del miele è già indicata nella sua definizione a livello legislativo, infatti per miele si intende “la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare.”
Il miele contiene granuli di polline che derivano dalle piante cresciute nel territorio di raccolta delle api. Sia a livello commerciale che di ricerca, è fondamentale analizzare il miele per tracciarne e verificarne l’origine botanica, la provenienza e il profilo nutrizionale attraverso analisi di melissopalinologia e analisi nutraceutiche.
In questo modo si verifica sia lo spettro pollinico del miele ricavando informazioni sulla tipologia: monoflorale se caratterizzato da una prevalenza di polline proveniente da un unico taxon botanico (e.g. miele di Tiglio, Sulla, Eucalipto, Arancio, Castagno, Coriandolo) o multiflorale se non c’è predominanza di particolari tipologie polliniche (e.g. miele Millefiori), sia sulle proprietà organolettiche (colore, vischiosità, odore) oltre che sulle proprietà nutraceutiche che possono variare in modo sostanzioso nelle diverse tipologie di miele stabilendone, in parte, anche la qualità del profilo nutrizionale.
Profilo nutrizionale
A causa delle differenze che si possono riscontrare nelle diverse tipologie di miele, non è così immediato tracciarne un profilo nutrizionale unico e standard, infatti più che quantità puntuali, si identificano intervalli percentuali dei principali costituenti tra cui: acqua, carboidrati (principalmente zuccheri 13-80%), proteine (10-40%), lipidi, aminoacidi, acidi grassi essenziali, vitamine principalmente del complesso B, minerali essenziali, tra cui potassio, fosforo, calcio, magnesio; oltre a avere un contenuto variabile di carotenoidi, flavonoidi e polifenoli.
Il termine nutraceutica fu coniato per la prima volta nel 1989 dal dottor Stephen De Felice, Presidente della Foundation for Innovation in Medicine (Cranford, NJ, USA), che associò i termini “nutrizione” e “farmaceutico”, andando così a definire un prodotto a confine tra alimento e farmaco. Questa scienza della nutrizione studia gli alimenti e ne indaga tutti i componenti o i principi attivi, permettendo così lo sviluppo di nuovi prodotti alimentari capaci di migliorare lo stato psico fisico e, attraverso il trattamento e la prevenzione, di ridurre il rischio di contrarre determinate malattie.
Alimenti funzionali del miele
Gli alimenti funzionali sono alimenti d’uso comune, arricchiti con componenti naturali, generalmente assenti o presenti in basse concentrazioni in altri cibi, che hanno un effetto positivo su particolari funzioni nell’organismo. Il termine alimento funzionale (functional food) è nato in Giappone negli anni ’80 e comprende tutti gli alimenti specificamente sviluppati per favorire la salute o ridurre il rischio di malattie.
Un alimento può essere considerato ‘funzionale’ se è sufficientemente dimostrata la sua influenza benefica su una o più funzioni del corpo, oltre ad effetti nutrizionali adeguati, tanto da risultare rilevante per uno stato di benessere e di salute o per la riduzione del rischio di malattia. Gli effetti benefici potrebbero consistere sia nel mantenere che nel promuovere uno stato di benessere o salute e/o una riduzione del rischio di un processo patologico o di una malattia.
Oltre a essere nutriente, il miele è nutraceutico: è cioè un prodotto di origine naturale, che apporta benefici al nostro organismo. Ancora oggi conserva intatto il ruolo che aveva nel passato, di rimedio terapeutico e consolatorio.
Le proprietà antiossidanti e antiradicaliche del miele sono principalmente attribuite alla presenza di composti fenolici e di flavonoidi, infatti, è noto che la sua efficacia e benefici che esso apporta alla salute sono proporzionali alla concentrazione di quest’ultimi. I principali polifenoli presenti nel miele sono i flavonoidi e gli acidi fenolici. I polifenoli svolgono una importante funzione antiossidante, costituendo un vero e proprio sistema di difesa naturale del corpo, e si trovano soprattutto nel miele di melata.
Nel miele sono presenti anche le vitamine, che derivano dal polline e sono idrosolubili, ma in percentuali tali da non soddisfare il fabbisogno giornaliero. La vitamina C è la più abbondante. La capacità antiossidante risulta essere un parametro molto variabile in matrici estremamente complesse come il miele.
Di norma, infatti, gli antiossidanti vengono maggiormente prodotti dalle piante o dai frutti quando essi si trovano in una condizione avversa data proprio dall’ambiente esterno. Quindi il miele deve le sue caratteristiche soprattutto alla natura e alla provenienza della materia iniziale. Le proprietà antiossidanti e la bassa/alta presenza di polifenoli e flavonoidi possono variare considerevolmente in base alla fonte botanica e all’origine geografica da cui è stato raccolto il nettare, inoltre possono essere determinanti anche una serie di fattori esterni come la stagionalità e la qualità dell’ambiente circostante alle arnie, i metodi di lavorazione, manipolazione, stoccaggio e il corretto mantenimento del miele. La presenza di antiossidanti nel miele svolge un’azione positiva sulla salute umana in quanto inibisce potenziali reazioni ossidative e la formazione di radicali liberi nei tessuti umani.
Dott. Luigi Parrotta, ricercatore nel settore scientifico disciplinare della Botanica Generale presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Bologna.