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I prodotti dell’alveare – Parte seconda

Qualche settimana fa abbiamo introdotto i frutti dell’alveare più familiari, sei pronto a scoprire quelli più sconosciuti?
In questa seconda parte tratteremo i prodotti di origine animale: pappa reale, cera e veleno.

Le api non sono solo instancabili raccoglitrici di nettare, polline e propoli sono anche delle abili produttrici di materie prime pregiate: pappa reale, cera d’api e veleno.


La pappa reale, come suggerisce il nome è il cibo destinato alla regina. In realtà tutte le larve fino al 3 giorno di età vengono nutrite a pappa reale, per poi cambiare dieta a seconda della casta.
Si tratta di un alimento prodotto dalle ghiandole mandibolari e ipofaringee delle api nutrici (api operaie di età compresa tra i 5 e i 15 giorni).
È eccezionalmente ricco di proteine (45%), vitamine del gruppo B, lipidi, sali minerali, fattori antibiotici e della crescita. La sua raccolta è molto laboriosa e le quantità prodotto normalmente sono esigue per questo in commercio è rara e costosa.
Ha rinomate proprietà curative e nutrizionali che esercitano un’azione stimolante sull’intero organismo e si manifestano con un generale senso di vitalità e benessere, maggiori possibilità di azione intellettuale e fisica e un aumento della resistenza alla stanchezza e al freddo.
In medicina è impiegata contro problemi metabolici, ulcere, anemie, coronaropatie e squilibri della pressione arteriosa.

La cera d’api, come la pappa reale è completamente di origine animale ma, non è commestibile ed è impiegata principalmente in ambito tecnologico. È una sostanza grassa emessa delle ghiandole ceripare delle giovani api operaie (dal 10 al 18 giorno d’età), viene prodotta sotto forma di gocce che si rapprendono in scaglie e vengono espulse dalle fessure dell’addome.
È utilizzata dalle api come materiale da costruzione per il favo, per le sue proprietà idrorepellenti, plastiche e tecnologiche è stata sfruttata dall’uomo come combustibile, fonte di illuminazione, materiale impermeabile, nelle arti e nella medicina.
Ora per la disponibilità di alternative sintetiche più economiche è utilizzata principalmente in apicoltura per la produzione di fogli cerei (la base dei telaini), in cosmesi e farmaceutica (per la preparazione di ungenti, creme, pomate e cosmetici) e a scopo ornamentale.
Sono da ricordare le sue svariate proprietà: antisettiche, emollienti, emulsionanti, antinfiammatorie e cicatrizzanti.

Il veleno d’api è un prodotto che potrebbe sembrare strano, ma è fondamentale nella produzione di terapie d’immunizzazione e desensibilizzazione nei soggetti allergici.
È prodotto da due ghiandole presenti nell’addome delle api operaie (la regina ne produce pochissimo e i fuchi per nulla), è il meccanismo di difesa della colonia.
È importante ricordare che le api pungono solo in casi di estremo pericolo perché avendo un pungiglione seghettato rischiano la morte per distaccamento dell’addome: a differenza di vespe e calabroni infatti sono meno aggressive e predisposte all’attacco.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare il pericolo in quanto la puntura oltre a rilasciare veleno libera un ormone che richiama e aizza le api della colonia alla difesa.
Il veleno d’api è oggi impiegato, oltre al trattamento di immunizzazione, anche per la cura di affezioni reumatiche, osteoarticolari e neurologiche periferiche.
Ha inoltre un’azione positiva sul sistema cardio-vascolare, sul sistema nervoso e su alcuni disturbi della pelle e degli occhi. In commercio si trovano anche prodotti cosmetici.


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